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Chi è l’illustratrice Islamaj?

Ho conosciuto Islamaj per caso e ho avuto modo di apprezzarla prima come persona che come artista. Lei illustratrice, io scrittrice… la nostra amicizia non poteva che proseguire in una frizzante collaborazione!

Islamaj vive e lavora a Roma, ha due bambini e disegna da quando era piccola.

Ecco una intervista per conoscerla meglio:

Cosa preferisci disegnare?

Amo disegnare i volti, mi hanno sempre affascinato… resterei a guardare il viso di una persona per ore!

Il volto di una persona racconta una storia e le sue espressioni sono la punteggiatura, danno profondità alla lettura.

Come illustratrice cerco di utilizzare l’espressione del personaggio per comunicare al lettore qualcosa in più…

E invece, secondo te, qual è la cosa più difficile da disegnare?

Rispondo senza nessun dubbio: la natura… È così piena di forme, colori e spessori diversi che riuscire a metterli tutti insieme in un unico foglio è un tocco da maestro!

Qual è la tua tecnica preferita?

Sono particolarmente legata ai pastelli a olio, anche se nei libri che abbiamo sviluppato fino ad adesso non c’è stata ancora l’opportunità di usarli…

I pastelli a olio hanno una consistenza molto pastosa, che permette di sovrapporre i colori e crearne di nuovi; hanno poi una  pigmentazione davvero forte, tutti fattori che aiutano a plasmare le opere in modo che diventino quasi tangibili…

Come illustratrice dei libri di Olimpia, ho lavorato con gli acquerelli, le matite acquerellabili, le penne colorate e ovviamente in digitale. Per ogni libro scegliamo insieme la tecnica che pensiamo renda meglio il ‘senso’ del racconto, trovo sia stimolante cambiare spesso.

Un consiglio per chi vuole imparare a disegnare?

È sempre difficile dare un consiglio che vada bene per tutti, quello che mi sento di suggerire a chi volesse avventurarsi in questa bellissima arte è di cominciare senza fretta, partendo con il disegnare le forme e le ombre…basta guardarsi intorno per capire che tutto ciò che ci circonda ha delle forme geometriche e dei volumi. Scoprirli aiuterà il giovane artista a immaginare e ad estrarre il reale.

Parliamo un po’ di te: cosa non può mancare nella tua borsa?

Nella mia borsa c’è di tutto e intendo, davvero, DI TUTTO.

Se la aprissi in questo momento salterebbero sicuramente fuori: ombrello, mollette, mollettine ed elastici per capelli di ogni forma e colore, un vasto assortimento di macchinine giocattolo, foglietti di appunti e annotazioni varie, agendina stracolma, penne e matite in quantità, telefono cellulare con schermo rigorosamente rotto, ben tre mazzi di chiavi, crema per le mani, burro di cacao, busta della spesa in tessuto, cartacce varie e briciole di diversa provenienza, e tanto altro ancora…

La mia borsa è 45×40 centimetri… d’altronde Mary Poppins è sempre stata una mia fonte d’ispirazione!

Una cosa che non può mai mancare, e che porto con me sempre, è un portachiavi in legno a forma di piccolo gufo. L’ho comprato in Trentino, ormai molti anni fa, dovrebbe essere un portafortuna e, fino ad adesso, ha sempre fatto il suo dovere, quindi resterà al suo posto ancora per lungo tempo!

Qual era il tuo libro preferito da bambina?

È sempre stato “Pinocchio” di Collodi, nella versione originale.

La storia è sempre attuale, e infatti piace anche ai miei figli…  passano gli anni ma le bugie hanno sempre il naso lungo!

E, poi, il toscano è una poesia per le orecchie!

Qual è il libro preferito dei tuoi figli?

Cambiano spesso gusti, ma in questo periodo, quello che mi chiedono di leggere più spesso è “Pik Badaluk“, è decisamente in cima alla loro classifica. La semplicità della storia, delle figure, e la presenza di personaggi rassicuranti come la mamma e il papà che si prendono cura del piccolo Pik, sono i punti di forza del racconto.

Hai un consiglio di lettura per i bambini?

Voglio condividere con voi un ricordo d’infanzia. Avevo 7-8 anni ma non parlavo ancora molto bene, mia zia prese di petto la questione e mi obbligò a leggere “Il Mago di Oz” di L. Frank Baum, nella versione originale.

Sono certa che sia un bel libro, un classico, ma per me è stato un incubo. Mi ha tenuta lontana dalla lettura per anni… Ricordo un numero di pagine che mi sembrava non finire mai e dei paroloni che non riuscivo a comprendere, pochissime immagini e la frustrante sensazione di sentirsi in balia delle parole…

“Il Mago di Oz” non era un libro adatto alla mia età e soprattutto mi era stato imposto, era stato SCELTO PER ME e non DA ME. Lo finii, ma poi smisi di leggere per un buon periodo della mia vita.

Crescendo, leggevo solo per studiare e, avendo studiato arte, iniziai a comprare dei libri di Picasso, Raffaello, Monet e tanti altri. Solo dopo aver fatto un lungo giro, e una personale crescita, riuscii a tornare ai libri di narrativa.

Il mio consiglio non può che essere quello di trovare la propria strada. Le biblioteche sono piene zeppe di titoli, molto MOLTO diversi tra loro. Bambini, scegliete!  Ci sono storie di principesse, cavalieri, draghi, avventure nei mari o nei boschi incantati, maghetti famosi, bambini che non vogliono diventare grandi e persone che hanno fatto grande il mondo, navigatori e viaggiatori che hanno scommesso di metterci solo 80 giorni a fare il giro del mondo!

Ogni libro racconta una storia, ma non devono piacervi tutti… anche se piacciono agli altri (o ai grandi).

Guardate le copertine, sfogliate, siate curiosi, troverete sicuramente il vostro!  

Insieme abbiamo realizzato questi libri: 

Geremia, il lupo buono, incontra Cappuccetto Rosso. Illustratrice Islamaj
Published inIl mio diario